Le origini dei Green Day

Le origini dei Green Day sono l’approfondimento musicale sviluppato dal busker italiano Stafano Rosa. Una band spettacolare con delle origini tutte da vivere e da scoprire.

I Green Day

Il contesto in cui nacquero i Green Day

I burrascosi anni ’80 prepararono un terreno ben concimato per l’ondata punk e new-wave che caratterizzerà il decennio successivo. Negli Stati Uniti d’America, tra i vari germogli, ce n’è uno un po’ bruciacchiato dal sole, poco curato, si chiama Green Day ed è destinato a diventare l’albero più fecondo degli anni Novanta.

Billie Joe Armstrong, Mike Dirnt e Trè Cool crescono circondati da un’atmosfera pregna di anti-proibizionismo e ribellione. D’altronde ci troviamo nella East Bay, San Francisco, l’agglomerato urbano più permissivo della California. Qui convivono le frenesie più estreme che avevano già caratterizzato i trent’anni precedenti per quanto riguarda la dipendenza da alcol e stupefacenti.

Billie Joe Armstrong

Billie Joe nasce nel 1972, ultimo di sei fratelli. A soli 10 anni diventa orfano del padre e viene cresciuto dalla madre Ollie e dalla sorella Anna. Da piccolo ha due sogni: diventare camionista del supermercato come lo fu il padre oppure suonare rock’n’roll. Nessun dubbio sul fatto che sarebbe potuto diventare il miglior camionista dell’intero continente, ma sembra che Billie Joe abbia fatto la scelta migliore puntando tutto sul rock’n’roll.

Quest’ultimo lo attrae per la sua pericolosità ed il carattere di ribellione. Inizia ad ascoltare Elvis, gli Iron Maiden, i Ramones e gli Hüsker Dü, tuttora la sua band preferita. La sua prima esperienza discografica avviene quando Billie Joe ha solamente cinque anni, registrando il brano Look For Love e rilasciando addirittura un’intervista, i cui primi undici secondi verranno utilizzati come introduzione del disco International Superhits del 2001. Non si fa mancare nemmeno le esibizioni live. Durante l’infanzia canta spesso in ospedali per bambini e case di riposo. Questa esperienza lo influenzerà molto a livello inconscio, tanto da ricreare quell’ambiente nel famoso video di Basket Case, il singolo che lancerà la band in tutto il mondo nel 1994.

Il padre, che di secondo lavoro faceva il musicista jazz, gli lascia in eredità una Fender Stratocaster che chiama Blue e che porterà sui palchi di tutto il mondo insieme ad un’altra chitarra chiamata Frankenstein, essendo il miscuglio di varie parti di diverse chitarre.

Mike Dirnt

Michael Ryan Pritchard, per tutti Mike Dirnt, è il bassista della band e la sua infanzia non è meno difficile di quella del compagno, anzi! La madre tossicodipendente è costretta a cederlo in adozione a pochi giorni dalla nascita, ma nemmeno la famiglia adottiva si rivela un porto sicuro visto che, quando Mike ha 7 anni, i genitori adottivi divorziano costringendolo ad un antipatico ping-pong tra padre adottivo e madre naturale. Vive un breve periodo a casa dell’amico Billie Joe per poi trasferirsi in uno squat, una sorta di centro sociale all’americana. Mike ha 15 anni e riesce a finire la high school mentre lavora part-time come cuoco. Le radici dei Green Day iniziano a svilupparsi in questo periodo, quando Billie Joe e Mike frequentano il Gilman Street Project, il punto di riferimento per tutti i punk di Berkeley, Oakland e dintorni. Si tratta di un locale con “all ages shows”, ossia concerti aperti anche ai minori di 21 anni. Non vengono serviti alcolici ma la droga circola liberamente e in abbondanza. Osservando i gruppi che si esibiscono e respirando a pieni polmoni l’aria del “do it yourself”, i due decidono di dare vita alla prima band, che nasce nel 1987 con il nome di Sweet Children.

Le origini dei Green Day

Il batterista è John Kiftmeyer che verrà sostituito da Trè Cool solo nel 1990 quando viene adottato per la prima volta il nome Green Day, alludendo ad una giornata passata a fumare erba. Questo è un momento critico per la vita di Billie Joe che decide di ritirarsi dall’ultimo anno di liceo per dedicarsi interamente alla musica con i suoi compagni. Lascia la scuola con una massima ineccepibile rivolta ai suoi insegnanti coi quali litiga spesso: “La scuola è esercitarsi per il futuro, e l’esercizio rende perfetti. Ma nessuno è perfetto, quindi perché esercitarsi?”. Che dire…il futuro da autore era già scritto!

Dopo un anno di gavetta a suonare nei peggiori locali di San Francisco, la band ottiene un insperato accordo con la Lookout Records, la più importante etichetta indipendente della zona. Ma dopo un tour americano organizzato in proprio, il batterista John abbandona gli amici per continuare la carriera scolastica. Prima di scendere dalla barca, però, compie forse il gesto più importante per Billie Joe e Mike, ossia dà loro il nome di un amico batterista che potrebbe sostituirlo: Frank Edwin Wright III, agli annali Trè Cool. Si tratta di un veterano del circuito locale nonostante abbia solo diciassette anni. Servono diversi mesi di prove per affiatare il trio visto che Trè è un batterista molto tecnico, ben diverso dal precedente.

I primi tour vengono fatti utilizzando il furgone del padre di Trè, Frank Wright, che possiede una piccola azienda di autotrasporti. È proprio nel salotto di casa che il signor Wright vede nascere i primi brani della band, poi destinati ad essere contenuti nel famosissimo album Dookie. Dall’uscita di questo disco i Green Day pubblicheranno altri 10 lavori discografici conditi da lunghissimi tour internazionali ed importanti riconoscimenti.

Un successo facile? Un successo immeritato? Svenduti? Si sono sentite spesso accuse di questo tipo nei confronti del trio di Berkeley. Forse hanno avuto solo la “colpa” di veicolare molto bene messaggi semplici ma sempre attuali e di essere in grado di catturare gli umori di più di una generazione di giovani. In quanti dell’odierno panorama musicale riescono in un’impresa simile?

Stefano Rosa

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